martedì 22 marzo 2016

A Song For You - Donny Hathaway

La canzone d'amore, la classica Love Song, quella che nessun rocker ammetterebbe mai di apprezzare, perché non sono cose da Uomini Duri.

Quel tipo di canzone che da noi, in Italia, diventa (quasi) sempre "troppo"; troppo sdolcinata, troppo melensa, troppo banale, sì, banale nonostante la ricchezza della nostra lingua rispetto a tante altre, perchè molto spesso la CdA necessita di un linguaggio meno ricco, un dialetto forse, o dell'inglese, più onomatopeico, più infarcito di slang, più legato al parlato che allo scritto e quindi più adatto ad esprimere un collegamento con i sentimenti più intimi, le sensazioni fisiche che ti fanno ululare il tuo tormento alla luna.

Credo che uno dei miei primi incontri, da giovanissimo, con questo modo di esprimere i sentimenti, sia stato Something in the Night di Bruce Springsteen, uno che può dire di essere rocker quanto vuole ma alla fine ha il midollo pieno di Soul e Rhythm & Blues, di Motown e Stax e Chess tutta la vita, e quella canzone, quell'ululato mugugnato e sofferto, vale mille sonetti in rima in bello stile, è l'espressione del dolore che prova chi ha un pensiero fisso che gli annoda le budella, gli stringe lo stomaco e non ha parole giuste per descriverlo, quando ci prova son cose che, a rileggerle, fanno pena.

Ci vuole la voce giusta, non ci sono cazzi, per cantare le CdA, ci vuole un timbro caldo, che trasmetta qualcosa e possa nascondere un cumulo di ovvietà in un testo con un'espressione di sentimento puro, vissuto, anche quando magari non è così, non basta un interprete, per quanto bravo, ci vuole un attore e non dilettante, se non è credibile al 101% scatta immediato nell'ascoltatore lo schifo o il ridicolo, anche perché, come detto, molti si sentono ridicoli ad ascoltare versi del genere, o temono di essere giudicati deboli per questo.

A Song For You l'ho incontrata per sbaglio cercando pezzi meno conosciuti di Marvin Gaye, credo il più grande interprete di CdA del mondo, talmente debole mentalmente e minato da paranoia schizofrenica da riuscire a buttare fuori nella voce qualsiasi turbamento affettivo senza nessun filtro cerebrale, senza alcuna analisi interiore che possa distillare e togliere le componenti più grezze, quelle che fanno la differenza in un ascoltatore.
Marvin rimane leggendario anche perché regalò al padre una pistola pochi giorni prima di provocarlo ferocemente in una lite, ben sapendo che il padre era capacissimo di uccidere quando la collera gli saliva al massimo, e così fece. Il suicidio meglio inscenato e mascherato della storia.

Non mi ha sorpreso scoprire poi che anche Donny Hathaway soffrisse di depressione, paranoia schizofrenica, nonostante manchino cause scatenanti come il rapporto di Gaye con il padre e gli abusi di droghe e relazioni sentimentali difficili e tormentate. No, Donny aveva la vera depressione, quella che non dipende da reali difficoltà ma da una sensibilità estrema che ti fa vivere come se avessi i nervi scoperti, che ti rende inquieto e sofferente anche se tutto, apparentemente, va bene.

Dopo qualche anno senza grandi successi professionali, era tornato in alto nelle classifiche in un duetto con l'amica di sempre, Roberta Flack, la casa discografica gli aveva organizzato le registrazioni per un nuovo disco, ma poi tutto si fermò perché il comportamento squilibrato di Donny rendeva troppo difficili le sessioni in studio.

Cadde dal quindicesimo piano di un albergo. Possiamo dire tranquillamente che si gettò. Poco più di trent'anni, uno spreco notevole di talento.